A quarantacinque miglia sud-sud-est dell’isola di Nantucket, a una profondità oscillante tra i 55 e i 74 metri, giace ancora la carcassa orrendamente mutilata dell’Andrea Doria, il transatlantico che fino alla fatale notte del 25 luglio 1956 aveva costituito il maggiore motivo d’orgoglio della marina italiana su tutti i mari.
La drammatica ricognizione che hanno compiuto sul relitto Bruno Vailati, Stefano Carletti e Al Giddings, e da cui è nato il presente volume Andrea Doria –74, resoconto fedele e umanissimo, ha voluto essere, al di là di ogni polemica sulle responsabilità dell’incidente e del mancato recupero, un commosso saluto alla sfortunata ammiraglia della flotta mercantile italiana.
 
STEFANO CARLETTI
Stefano Carletti è nato in una casa di campagna sulle colline di Ascoli Piceno. Alla fine della Seconda guerra mondiale, trasferitosi con la famiglia a Pescara, “si ammalò di mare”. Le letture aggravarono la malattia: da Salgari a Coloane, passando per Melville, Conrad, Hemingway e tutti i grandi della letteratura del mare. La terapia iniziale fu il vagabondaggio nelle isole italiane: Eolie, Egadi, Linosa, Lampedusa, Pantelleria dove, più di sessant’anni fa, con un amico, scoprì il relitto di una nave oneraria con importanti reperti fittili e vitrei. Quel giorno la malattia divenne inguaribile e decise che il suo lavoro sarebbe stato nel mare e per il mare. Pescatore di spugne, tra la Sicilia e la Tunisia, incontrò Bruno Vailati che lo volle compagno per raccontare con immagini e scritti immersioni e avventure in tutti i mari del mondo. Fra le tante immersioni raccontate nella serie televisiva I Sette Mari ci sono quelle descritte in questo libro che fu la base per il film Andrea Doria –74, con la regia di Bruno Vailati, presentato al Festival del Cinema di Venezia e premiato con il David di Donatello. 
Ha tradotto e pubblicato libri di mare. Da Naumachos Avventure Subacquee è stata tratta una serie televisiva dallo stesso titolo per la RAI e la francese Antenne 2. Nel 1969, a Ustica, ha ricevuto il Tridente d’Oro dall’Accademia Internazionale delle Scienze e Tecniche Subacquee. Nel 2015 gli è stato conferito il Diploma d’Onore Duilio Marcante con una manifestazione al museo Galata di Genova. È stato pescatore di corallo e velaio, ma anche scrittore di argomenti legati al mare per importanti giornali e riviste italiani e stranieri. Sopravvissuto a un drammatico naufragio, nel Golfo del Leone, continua a navigare, pescare e raccontare qualche storia. Vive a Roma e nutre i gatti randagi che circolano nel suo giardino.