Di tanto in tanto dai boschi esce una strana creatura: sarà uomo o bestia? Buono o cattivo? Realtà o leggenda? E soprattutto perché viene a disturbare la pace delle nostre città con la sua sola presenza?
Uomini dall’aspetto ferino e dall’indole ambigua che vivono nei boschi più impenetrabili, che non hanno bisogno di noi e, soprattutto, che ci fanno paura.
Quello dell’uomo selvaggio è un mito che esiste a tutte le latitudini e che sopravvive nelle nostre tradizioni e nel nostro folklore anche laddove non lo vediamo chiaramente: nelle celebrazioni dei cambi di stagione, nel carnevale (nientemeno che in Arlecchino), nelle favole dei bambini (l’uomo nero), nell’arte, nella letteratura e nell’araldica.
Una creatura che esce dal bosco ma che dal bosco non può allontanarsi troppo, perché lì risiedono gli antichi saperi e sono nati i primi mestieri dell’uomo: fare la legna, raccogliere il miele, allevare e proteggere gli animali… Forse è stato proprio lui a insegnarceli.
L’uomo selvatico mette in discussione, sempre, la nostra idea di civiltà, e al tempo stesso la sostiene. In questo saggio scopriamo i sentieri che l’uomo selvaggio percorre per ‘cercare la civiltà’ e sfuggirla, preferendo tornare a vivere tra le montagne e le vallate, e i sentieri che noi percorriamo per seguirlo.
Sulle tracce dell'uomo selvatico
INFO
Titolo: Sulle tracce dell'uomo selvatico
Sottotitolo: Folklore, letteratura e arte per una figura
tra mito e storia
Autore: Centini Massimo
Pubblicazione: 2018
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